martedì, gennaio 23, 2007

Avanti popolo...alla..riscoss..


Ci tenevo a dire una cosa sulla CGIL o sulla SILF o su su chi si occupa in qualche modo dei diritti dei lavoratori e nel caso particolare dei lavoratori nel settore fumetto. Disegnatori. Spero che chi leggerà queste righe, possa perdonare il mio sfogo.
Ho capito che i diritti lavoratori, e più di tutti, i diritti dei lavoratori a fumetti in Italia valgono zero.
Tempo fa fui coinvolto nella preparazione del progetto di un libro per la celebrazione del centenario della gloriosa CGIL;vennero coinvolti credo più di cinquanta disegnatori in tutta Italia, tra cui anche professionisti di chiara fama. Mi fu chiesta una storia di due pagine, io scelsi, tra le varie possibilità, di parlare di uno sciopero degli operai degli altoforni di Piombino. Mi fu detto di affrettarmi perchè i tempi erano stretti: sto parlando del Luglio 2005. Consegnata la storia, abbracci, baci, complimenti vari. Luglio 2005.
A tutt'oggi i frutti di questo sforzo sono:
1) libro mai uscito; c'è solo un'orrida copertina che gira per la rete, non so nemmeno fatta da chi...
2) soldi, mai visti
3) L'autunno scorso ( dopo un'anno e qualche mese dalla consegna delle tavole), la CGIL manda a me e ai colleghi che avevano partecipato al progetto un contratto in cui si parla di cessione totale di diritti, di delibera per permettere alla CGIL anche di non pubblicare il libro se lo ritiene, e altre cose ridicole che si vedono nei peggiori contratti delle peggiori case editrici di questo settore.
4) lavaggi di mani e scaricaggi di barili vari da parte dei responsabili, che dicono che i soldi per quel progetto nessuno li ha mai avuti....
5) Sdegno di Gianfranco Goria (?!) che dice di rimandare al mittente il contrattone.
4) disegni fatti da me praticamente per terra perchè avevo appena traslocato. Ero anche un po' nervoso perchè di lì a poco mi sarei sposato.

Secondo me, tutto questo fa capire, o perlomeno intuire, che per i fumettari ( fumettisti o in quale altro modo orrendo si dice) in Italia non c'è speranza di avere credibilità. Non c'è speranza di poter essere cagati. C'è solo da starsene buonini perchè tanto fai un lavoro che è troppo bellino, che te ne stai rintanatino nella casina, invece di farti il culo come gli altri.
Io non sono esterofilo, non sono nemmeno attivo da un punto di vista politico (al massimo mi lamento davanti al telegiornale come faceva mio nonno), però più penso a questa cosa e più non ne esco.
Se anche l'istituzione che per prima si deve occupare dei lavoratori ti tratta come ti tratterebbe uno qualsiasi dei peggiori datori di lavoro, credo di poter dire che non c'è speranza e che ci dobbiamo stare e basta.
Credo che tutta le possibili domande e discussioni sul multiforme riproporsi della crisi del fumetto in Italia, sui vari insertoni di Repubblica, sulle graphic novel e sui vari dibattiti sul valore culturale del fumetto siano, almeno in me, annichilite da questa esperienza. Mi sbaglierò?

Ore 2:15, torno a disegnare....

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi ci sono rivisto in quello che hai scritto...sappiamo bene che la situazione non è facile.
Cmq la tua tavola è stupenda e mi piace molto come hai reso i personaggi, sembra quasi escano dal foglio.
r--

Paolo Martinello ha detto...

Grazie per la tavola Remo,
ce ne sarebbero altre due, ma credo che giammai vedranno la luce.
Ah...per la cronaca a storia si chiama "i dannati dell'altoforno"...