venerdì, febbraio 22, 2013

Lettera di un figlio dal futuro


Ho sognato  di ricevere una lettera magica da parte di mio figlio, pervenutami dal 2038.
diceva così:

"Caro Babbo
Finalmente siamo riusciti ad avere i documenti e qui stiamo bene, non ci manca nulla. Nadie ormai è all'ottavo mese  e siamo contenti, perchè la regione dove viviamo ci fornirà dade e infermiere per tutto il periodo che precede lo svezzamento, anche se noi pensiamo di potercela cavare da soli, che tanto abbiamo il Pediatrico qui a due passi.
Nadie avrà la maternità per tutto l'anno prossimo, e comunque quando tornerà al lavoro , potrà portare il bambino al nido della sua azienda, come fanno tutte le sue colleghe. 
Io ho il mio lavoro che sta cominciando a girare bene. Un sacco di gente è interessata a quello che faccio e gli ordini non mancano.
E'strano stare qui, lontano dall'Italia, e rendersi conto che questa è la vita che ho costruito, lontano da voi, in un paese che non è il mio.
Dopo tutti questi anni ho pensato di ringraziarti per tutto ciò che hai fatto per me e mio fratello: ormai siamo sistemati, e anche se non siamo vicini, abbiamo comunque un posto dove stare, una persona accanto e un lavoro, anche grazie a te e alla mamma.
Nonostante questo non riesco a ringraziarti per tutto ciò che non hai fatto e solo ora riesco a dirtelo; con una lettera perdipiù.
Quello che non hai fatto per il tuo paese, quando era il momento. 
Sarebbe stato giusto scendere in strada più spesso durante il periodo in cui quel tizio salì definitivamente al potere. Non dico per farsi delle passeggiate, ma giusto così, per tirare su un po' di gente, dei gruppetti e organizzare un atto di guerriglia contro lo Stato, contro di lui. Lo dico senza compiacimento, senza il gusto di voler dire per forza una cosa assurda.
Probabilmente avevi da fare, forse stavi su Internet a vedere quello che succedeva fuori, o probabilmente avevi una scadenza per uno dei tuoi libri.
Probabilmente allora avresti dovuto scrivere almeno qualcosa su Facebook, quando ancora ce l'avevate, per dire alla gente di non andare a votare ancora una volta per quell'uomo.
Ma la verità è che la civiltà viene costruita da chi desidera costruirla e non da chi subisce passivamente le decisioni di un padre irresponsabile. E voi forse non la desideravate veramente.
Avresti potuto scrivere che ancora una volta, il più grande pubblicitario mai esistito, aveva dato in usura una serie di pacchetti regalo agli italiani rassicurandoli sul fatto che non era lui quello di cui avere paura. E' sempre stato il migliore di tutti, in questo.
Ricordi quel film di Sorrentino, che mi hai fatto vedere una volta? "L'Amico di Famiglia" si chiamava. Non dimenticherò mai la scena in cui il cravattaro fa un prestito alla giovane coppia di sposi che dovevano organizzarsi il matrimonio, ma poi visto che i due non riuscivano a pagare il debito gli va in casa e si fa consegnare con la forza perfino il Bimby , quell'aggeggio costoso che avevamo anche noi per fare le pizze e le torte. Mi aveva fatto troppa impressione che gli fregasse il "Bimby". 
Il loro migliore amico si era trasformato nel peggiore dei nemici.
Avresti potuto dire che le regioni cosiddette " Traino" dell'Italia, le regioni del Nord, la Lombardia (dove è nato lui) e il Veneto (quello dove tu sei nato), dove la destra vinceva sempre, sono in realtà la vera culla delle peggio mafie: che a Brancaccio e a Secondigliano, si fa casino, si spara e ci sono i morti di fame, c'è "folklore", ma che al nord si fanno i meglio affari senza far troppo rumore, tutti belli puliti e profumati. Che la verità sullo stato delle cose era continuamente sovvertita, nascosta.
Avresti dovuto dichiarare che qualcuno stava deliberatamente sabotando il sistema scolastico dove i  figli sarebbero dovuti crescere, dove avrebbero dovuto trovare le idee per trasformare il loro paese.
Avresti dovuto augurare a tutti  quelli che lo avevano votato di avere un figlio disabile, per accorgersi solo all'ultimo momento, che nelle scuole non esistevano più i soldi per pagare gli insegnanti di sostegno e che quindi nessuno avrebbe potuto aiutarlo a crescere esattamente come tutti gli altri.
Avresti potuto impedire che la prostituzione diventasse un bene di consumo legale e sostenuto dallo stato, che diventasse la nuova moneta ufficiale per la corruzione. Che chiunque si potesse vendere come merce di scambio.
Avresti dovuto fare tante, forse troppe cose.
 Dopo aver perso il lavoro con la Francia, perché l'Italia era uscita dall''Europa e hanno chiuso le frontiere e  le transazioni legali con l'estero, avresti potuto fare fumetti di denuncia, scrivere e disegnare quello che era successo in Italia, e dire a tutti di non fare i nostri stessi errori, di riuscire con qualche idea a evitare il disastro. Forse questo era alla tua portata.
Ma mi rendo conto che queste cose non pagano, e hai preferito continuare a fare i tuoi super tizi che saltano, menano e sparano cazzate  per pagare gli studi a me e mio fratello, con gli editori italiani, anche se pagavano meno.
Ricordo quando mi raccontavi dei tuoi viaggi in Francia, alle Convention e di quanto ti facesse orrore durante le cene,  sentire i tuoi colleghi italiani parlare dell'ennesima buffonata del nostro presidente, con i falsi sorrisi e gli sguardi imbarazzati dei commensali francesi. Di quanto non riuscivi a non percepire un retrogusto di orgoglio nelle parole di chi raccontava le sua gesta, nonostante sembrasse voler dire il contrario. "Noi Italiani siamo fatti così, il nostro capo è un po' bizzarro: bisognerebbe farci un fumetto!". 
E tu che digrignavi i denti e che ti maledivi, senza riuscire a dire " Non è divertente, stronzi! Non è buffo, è solo tragico, insensato e bisognerebbe piangere, invece. Ma com'è difficile piangere davvero per gli Italiani. Com'è difficile disperarsi nel modo giusto, nel modo che poi ti fa odiare con tutte le tue forze ciò che ti ha fatto disperare!"
Tu, che deridevi tuo fratello, lo zio, quando ti raccontava che corrompeva i funzionari Ucraini col Parmigiano per ottenere il visto per sua moglie, cosa pensi adesso che sono io a dover portare le bottiglie di vino nei vostri uffici dell'immigrazione per avere prima le carte?
Dopo che la mamma, plurilaureata, pluri masterizzata, perse anche il lavoro come segretaria e si mise a fare lezione di pianoforte e solfeggio per riuscire a pagare le spese, forse avresti duvuto dire che c'era qualcosa di sbagliato negli italiani, se a tutti sembrava normale e giusto vivere così.

Ma le cose da fare che non si sono fatte sono sempre tante, e tu forse, non hai colpa. Ognuno ha il proprio ruolo il  proprio scopo e ora che sto per diventare anch'io papà, credo riuscirò a capirlo.
Mi devi perdonare lo sfogo, ma era da tanto tempo che volevo dirti queste cose.
Spero di riabbracciarti presto, che così magari ne parliamo di persona, se le mie parole ti hanno fatto arrabbiare.
ti bacio, saluta la mamma."

Buonanotte a tutti






giovedì, febbraio 07, 2013

Dalla Francia, con astio.






Quest'anno non sono andato ad Angouleme, per varie ragioni tra cui non meno importante, il fatto che non mi ci hanno invitato, perchè non ho libri usciti di recente. Da quello che vedo in rete però, ho come l'impressione che là stia succedendo un casino, nel mondo del fumetto intendo.
Sembra che il Velo di Maya, dietro cui si celava il benessere del settore Bande Dessinée, lo si stia un pochetto stracciando: gli autori sono scontenti, e la sovrapproduzione di cui parlavo in uno dei miei post sull'argomento dell'anno scorso (questo qua http://useless75.blogspot.it/2012/02/piccolo-ma-prolisso-post-riflessivo.html) sta creando dei problemi reali.

Cerco di non dare giudizi di sorta sulla situazione, che non conosco approfonditamente e nel dettaglio, ma credo sia utile dare una letta a ciò che scrive uno dei tanti autori di fumetti mangiarane, in risposta ad un uscita del Ministro della cultura francese Aurélie Fillippetti durante i giorni del Festival. Lo riporto qui sotto, con tutti i limiti della mia conoscienza del francese: spero mi perdonerete, ma credo di essere riuscito a restituire il senso del discorso.
C'è anche un documentario che è stato presentato al Festival suscitando un grosso dibattito, che si chiama "sous les bulles, l'autre visage du monde dela BD", che sono in attesa di riuscire a vedere, ma che sostanzialmente, parla dello stesso argomento.
In ogni caso,  sono molti gli autori francesi che si sono espressi sul merito, ma questo, nonostante i toni più o meno contestabili, è tra i più interessanti.


L'autrice si chiama Tanxxx e qui potete trovare il post originale http://tanxxx.free-h.fr/bloug/archives/6486


Cara Aurèlie
non me ne vorrete se vi chiamo per nome, dopotutto io sono un autrice di fumetti e nulla può essere preso troppo seriamente in questo campo.  Ho letto la tua intervista su actuaBD sulla tua visita al Festival di Angouleme. Non mi aspettavo molto per un sacco di motivi, ma in ogni caso, sono rimasta colpita e non posso evitare di reagire.
Non mi soffermerò sui luoghi comuni di cui parli a proposito del nostro settore ovvero I-fumetti-sono-divertenti-e-fanno-leggere-i-bimbi-ma-soprattutto-i-ragazzi- anche se la cosa è francamente allarmante detta da un ministro della cultura. Mi concentrerò tuttavia , sul vuoto terribile che concerne la situazione degli autori , mi riferisco alle risposte che hai dato :

(riporto una parte dell'intervista rilasciata sul sito ACTUABD (http://www.actuabd.com/Angouleme-2013-Aurelie-Filippetti), quella incriminata :)

Per un ministro  della cultura, il fumetto è importante nel nostro  panorama culturale?
E' molto importante perché i fumetti sono un'arte popolare e un modo per far legger i bambini. I bambini che leggono fumetti sono un importante pratica culturale. Il 90% dei bimbi tra gli 11 e i 14 anni ora dicono di aver letto un fumetto. Questo è grande, dobbiamo anche incoraggiarli e guidarli a scoprire la grande diversità nell'offerta dei fumetti, le differenti scuole, i diversi generi e portarli a formare il loro gusto. E 'un grande orgoglio per la Francia e il Belgio visto che fanno parte delle principali aree di creazione di fumetti nel mondo.

Vi è una grande produzione di fumetti, si parla addirittura di sovrapproduzione. Fra i professionisti BD: autori, editori, librai ... c'è qualcuno che vi è venuto a a parlare di una "crisi del fumetto"?
No, non abbiamo parlato di "crisi del fumetto". Rispetto al complesso dell'industria libraria, quello dei fumetti è ancora un settore che si regge bene, c'è ancora un leggero aumento rispetto allo scorso anno. E 'vero che ci sono molte opere, circa 5.500, ma io lo trovo molto positivo. L'essenziale è che la diversità del mercato editoriale sia conservata, che i talenti giovani e nuovi possano emergere e che ognuno trovi il suo posto. Pare che sia effettivamente così. E il passaggio al digitale è stata avviato anche nel mondo del fumetto,e  penso che questo sia un bene,oggi.
Quello che mi è stato detto,riguarda  piuttosto i problemi che devono affrontare tutti gli autori: i nuovi contratti che concernono i diritti nell'epoca del fumetto digitale, cosa di cui stiamo discutendo. Sono contento di aver conosciuto Vincent Montagne  oggi(Presidente dell'Unione Nazionale Edition, ma anche fumetti Média-Participations ). Spero che raggiungeremo un accordo.

Mi cadono le braccia. Cerchiamo di capirci: il solo settore che si mantiene bene all'interno del mondo della BD, è quello degli editori Mainstream, al prezzo di contratti scandalosi imposti ai loro autori. La, secondo te così meravigliosa, diversità del mondo dell'edizione dei fumetti, si sorregge perché la maggior parte degli autori indipendenti (ma degli autori in genere ) si accontentano di una miseria per vivere perché amano il loro mestiere, e perché non hanno scelta.
Quando vi dico miseria, dobbiamo capire che pochi raggiungono un salario minimo, e che lo standard è più sul lato di percepire il sostegno di disoccupazione: i più fortunati vivono con un coniuge che abbia uno stipendio.
La maggior parte dei miei amici e colleghi stanno in miseria, la vera miseria, tanto che io credo di dovermi ritenere fortunata a percepire 750 euro mensili.
Dobbiamo ricordarlo? Un autore non ha ne' stipendio fisso, ne' sciopero, paga una retta complementare obbligatoria per la pensione, paga un mutuo, non ha ferie pagate, e tutto questo è grazie ai suoi datori di lavoro o editori.
Tutto questo è estremamente precario. L'autore è malleabile, a seconda dei desideri del suo padrone, ed è questa la flessibilità tanto auspicata

Abbiamo vissuto per diversi anni, il mio compagno ed io, mantenendoci col  mio unico reddito. Se sento che la nostra situazione oggi è meno difficile, è solo perché il mio compagno oggi ha un lavoro pagato. Ma molto precario. Ecco di cosa ci si accontenta in queste situazioni: essere in grado di pagare l'affitto senza strapparsi i capelli per le bollette che seguono.
Tutto ciò a cui questa situazione porta è una vita di miseria, il vivere giorno per giorno e dove tutto è molto complicato: affittare un appartamento, scaldarsi, mangiare.
Non so nemmeno parlare dell'impatto reale che questo ha sulla produzione degli autori, spinti a trovare i soldi il più in fretta possibile  per il  10 del mese: Si mettono da parte quasi sempre le proprie mire artistiche per cercare del lavoro "alimentare". 
E di nuovo è troppo aspettarsi che i nostri datori di lavoro, che il nostro lavoro "così carino", possano sostenere e giustificare tutte le umiliazioni che ne conseguono? Lavori urgenti fatti in fretta durante la notte e pagato con mesi di ritardo (quando effettivamente è pagato) il disprezzo palese dei nostri clienti, (…un 'altra cosa brutta che non sono riuscito a tradurre ma che ha a che fare con le fatture dei liberi professionisti…)
Non abbiamo alcun tipo di paracadute. La vita di un artista-scrittore è paragonabile all'andare in bicicletta: se si smette di pedalare, si cade. E la caduta è fatale.

La cosa peggiore di tutto questo è che tu abbia contattato il SNE( sindacato nazionale Editori) per discutere le condizioni contrattuali degli autori. Immaginate di andare a dire a un dipendente Peugeot: "non ti preoccupare ci prendiamo cura di voi,  abbiamo discusso con il MEDEF (mouvent des Entrepises de France)
 Il cinismo o ignoranza per ciò che riguarda la situazione dei lavoratori-autori è illimitata: ogni giorno ci troviamo di fronte a questo genere di cose, e questo è intollerabile.

Sai, cara Aurélie, che gli autori presenti al così meraviglioso Festival di Angoulême impiegano il  loro orario di lavoro o di riposo per essere là così belli e carini? Lo sapevi che se continuano ad andarci in ogni caso, questo accade in gran parte perché si tratta di uno dei rari momenti in cui possono incontrarsi tra loro, visto che  non hanno i mezzi per spostarsi il resto anno?
Sei a conoscienza del fatto che gli autori cercano di costruire progetti in digitale lontani dagli editori tradizionali perché questi ultimi vedono in questo nuovo mezzo, solo un modo per arricchirsi un po 'di più sulle spalle degli autori?
Lo sapevi che il principale sindacato degli autori lo SNAC, ha giustamente interrotto le trattative con il Sindacato Nazionale Editori su questo tema molto delicato?

( Credo di capire che il problema del "numèrique", ovvero della conversione dei fumetti dal cartaceo al digitale, in questo momento è molto sentito dagli autori, che presagiscono l'intenzione da parte degli editori, di sottrarre loro parte dei diritti provenienti dallo sfruttamento di questo supporto, ancora non sufficientemente categorizzato)


Lo sai che  se gli autori sfoggiano un bel sorriso ad Angoulême è perché fuggono dai loro problemi giusto per il tempo di quel Festival?

Cara Aurélie, non affidarti al Festival per farti un idea della vita dell'autore, le paillettes sono accecanti. Il festival internazionale di Angouleme, è la più grande menzogna sulla situazione del fumetto, degli editori e degli autori.

La vita de Bohemien ha di carino solo il nome.

Tanxxx

Ecco. 
non mi soffermo su tutte quelle cose ultra-populiste-esterofile di cui potrei parlare (tipo che so, l'esistenza delle categorie, di un sindacato, di una retta obbligatoria per la pensione, di un ministro della cultura che si interessi del settore dell'Editoria e del fumetto, o del fatto che ci sia un reale confronto e dibattito tra le parti coinvolte, della discussione reale sulla categorizzazione in temini di legge del fumetto digitale ecc..).
non mi ci soffermo, che mi faccio del male.
meglio tornare a disegnare....