venerdì, aprile 16, 2010

Rabbuiatevi








Stateve accuorte che è fuoriuscito in edicola il secondo numerone di Valter Buio , la miglior serie a fumetti italiana dai tempi di "Quadratino" e "Bilbolbul". Questo si chiama "un giro di giostra": Alessandro Bilotta e Andrea Del Campo hanno davvero fatto un capolavoro e non lo dico per piaggeria, sappiate che io non sono affatto di bocca buona su certe cose.
Visto che sono assolutamente entusiasta di questa uscita, ho deciso di mettere in questo loco anche il "making of" della copertina, così capite a che livello ci siamo sbattuti. Me la voglio giocare così.
Smettetela dunque di buttare i soldi con Uomi Ragni, Capitani Amerighi o altri psicopatici pieni di muscoli e di certezze e compratevi Valter Buio.
Tutto chiaro?

mercoledì, aprile 14, 2010

Drago fluviale Provenzale


Eccolo qua bello e finito nella sua compiutezza. E' il drago di Beaucaire!

Si narra che, durante il Medioevo, la città di Beaucaire (in Provenza) fosse funestata da un drago antropofago ghiotto di bambini. Il mostro, che si nascondeva sul fondo del Rodano, possedeva artigli affilati come rasoi. Sebbene la popolazione locale fosse molto prudente ed evitasse di avvicinarsi al fiume, il drago – grande esperto di magia – era in grado di rendersi invisibile, così da poter scorrazzare indisturbato lungo le strade di Beaucaire e fare incetta di bambini…

Anche i Draghi comunisti vi ho disegnato, visto?

promemoria mio personale.

"Sono interessato ai particolari obliqui, agli elementi di una storia che ne reggono la verosimiglianza, la credibilità, la consistenza psicologica.
Non mi interessano le trame, di per sé, perché le trame, i soggetti sono inconsistenti e fragili.
Voglio che un autore, con le sue parole e i suoi tratti, mi racconti come un personaggio si muove e non solo che si muove; come vive quello che pensa; come gestisce una situazione, con quale sforzo personale, con quale incognita; cosa succede alle sue mani quando incontra la donna che ama; perché la sua auto non parte, al momento dell’inseguimento; in quale parte del suo viso si incrinano le sue sicurezze; come si muovono le nuvole nel cielo prima del temporale.

Il fumetto può essere fatto di queste cose. Deve essere fatto di queste cose. La trama, le trame, sono solo meccanismi più o meno efficaci, più o meno prevedibili. Non mi aspetto un soggetto originale, dopo decenni di letture. In Watchmen non è certo il ribaltamento finale quel che rende speciale la storia, ma la cura che Moore e Gibbons hanno messo nei particolari. Quella storia vive dei particolari. Del magazzino in cui sono nascosti i costumi dismessi; dei segni sui muri; della tensione negli occhi prima della morte; del ritmo dei passi sul terreno; del movimento circolare delle azioni; delle paure e dei desideri di uomini e donne; della tensione sociale che funesta i cittadini; dell’amore.

Ma non delle foglie disegnate una a una da Magnus nel suo Texone vuoto e fragile, sto parlando. Non di inutili sforzi senza senso, o di particolari fuori luogo, sproporzionati rispetto alle intenzioni della storia. Non di grovigli di ragnatele in cima a una palazzo, a nascondere i propri limiti tecnici, come fu per McFarlane.
Parlo della sottigliezza dei simboli, della perfetta inclusione nella narrazione di linee semplici, verbali o iconiche, che aprano alla comprensione, che soddisfino il desiderio di partecipazione umana del lettore. Che mettano a nudo quel che l’autore è e quel che l’autore sa. E che sveli quello che muove la trama, tanto da renderla necessaria, impossibile a pensarsi diversamente.
Parlo di tutto ciò che può mettere la vita dentro alle storie. E che troppi autori dimenticano nei cassetti della loro fredda professionalità."


preso dal blog http://harrydice.blogspot.com/

giovedì, aprile 08, 2010

Quasi Dragons


Questo mi piaceva così.